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Golden Youth: la delicata anima di The Softone

Sono passati più di dieci anni da quando Giovanni Vicinanza, meglio noto come The Softone, pubblicava il debutto These Days Are Blue, capace di strappare numerosi apprezzamenti fra gli addetti ai lavori grazie ad un sofisticato folk pop/alternative pop pregno di momenti introspettivi e malinconici, molto, per l’appunto, blue.

Da quel momento tanti eventi hanno scombussolato la sua vita, in positivo ed in negativo, ed è per questo che il suo quarto album, Golden Youth, in uscita il 25 ottobre 2019, vuole segnare un ritorno al passato. Un flashback evocativo sotto un punto di vista musicale, ma ricco di immagini, frames, momenti che lasciano spazio alle turbe emotive del musicista, volenteroso di comunicare emozioni personali che solo la musica riesce a trasmettere.

Per la verità, il primo brano, Alone and Weird, tende a trarre in inganno: di pop folk c’è poco, non sembra esserci ancora un filo diretto che collega l’album al debutto. Poi, l’atmosfera si scioglie, si fa più tenue e soffusa: Sweet Mom, scritta dopo la perdita della madre, riporta il sound su un binario malinconico ed elegante, complice la presenza del sax.

La ballad Surprising Me mette in mostra la vena più sfacciatamente pop del Nostro, mentre I Wish gioca su un alt-country/americana molto caro ad alcuni momenti più smielati dei Grant Lee Buffalo. L’anima traslata nell’album è frammentata, in continua evoluzione; la parte centrale rappresenta i momenti più intensi, come l’esistenzialismo espresso in Still Believe, dall’atmosfera tenue e delicata, e nella title track, che mostra un’interessante folk da camera.

Il problema principale di Golden Youth è che vive di alti e bassi, non solo nel concept di partenza, ma anche musicalmente: alcuni momenti risultano monotoni o con il freno tirato, altri invece esplodono mettendo in luce le buone doti di Vicinanza. In questo senso, sono riusciti quei pezzi che osano di più e presentano l’arricchimento degli archi, discostandosi dal classico folk pop che incespica di tanto in tanto nei clichè del genere.

Sono quelli i brani da cui partire per arrivare al disco della piena maturità.




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