Holy Cobra Dub: un ponte fra reggae e psichedelia
C’è un legame fra psichedelia e reggae? Una domanda che andrebbe posta a Nicola Giunta, leader dei Lay Llamas, fra i gruppi di spicco della scena psichedelica italiana, ma che con il nuovo progetto The Thugs si lancia a capofitto nel mondo del reggae e del dub.
Assieme ad Edoardo Guariento alla batteria, il musicista siciliano effettua un vero e proprio viaggio nel tempo, saltando negli anni ’70 sia per la strumentazione adoperata, sia per tuffarsi nell’universo roots giamaicano.
Ma Holy Cobra Dub, in uscita il 28 aprile per Love Boat Records, oltre ad essere un disco reggae è anche un album del 2023 e non del 1973 da parte di un musicista che ci ha abituato ad altre sonorità. Inevitabile, dunque, sentire delle influenze per certi versi atipiche, come incursioni nel post-punk e, ovviamente, ritornando alla domanda iniziale, ammiccamenti vari alla psichedelia tanto cara a Giunta.
Ecco, in questo senso, per cercare di dare una risposta al quesito, si potrebbe individuare nella ritualità, costante nei dodici brani del disco, quel tratto d’unione fra i due generi. D’altronde, l’album si apre proprio con l’esplicita Underground Rituals, una breve intro dal sapore sciamanico, e prosegue con le allucinazioni dub di Down To the Dark Side, che anche in questo caso funge da nomen omen.
Synth occulti e sogni ancestrali permeano il manifesto We Are Thugs, che prepara il terreno all’incontro fra kraut e dub di Cosmic Order. Non mancano momenti più “classici”, come Gold And Shine, che pare essere un pezzo scritto nel ’73 e riscoperto cinquant’anni dopo, ma anche la placida Dark Waters, un bel ponte fra Giamaica e ritmi baleari.
Holy Cobra Dub è un’interessante chiave di lettura di un genere che arranca ai giorni d’oggi, focalizzato sui soliti stilemi, e che invece può resuscitare proprio come nei riti evocati dalla musica dei The Thugs. Certo, il fattore innovativo non è epocale o rivoluzionario, ma i fan del dub saranno contenti di ascoltare un’interpretazione tutt’altro che scontata e ricca di spunti non banali.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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