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Shards: frammenti Heckeriani

Non sono necessarie presentazioni per Tim Hecker, maestro indiscusso del panorama ambient/drone del nuovo millennio, ma può essere un esercizio interessante partire dalla sua ultima fatica, No Highs (2023), per arrivare al nuovo Shards, in uscita il 21 febbraio 2025 per Kranky.

Se in quel caso si parlava di un disco compatto e claustrofobico in pieno stile Hecker, scandagliando le ansie della società contemporanea attraverso droni abissali, stavolta le premesse sono diverse. L’album, infatti, è una raccolta di tracce avanzate da session per colonne sonore, ma soprattutto sembra essere un perfetto manuale d’approccio all’universo sonoro heckeriano.

Bastano i primi due pezzi per rendersene conto: l’opening track Heaven Will Come è il classico esempio di incontro fra riflessione e tensione, marchio di fabbrica del musicista canadese, mentre Morning (Piano Version) declina la modern classical in chiave astratta, fondendo minimalismo e una coda sonora che assomiglia a un corpo estraneo nel brano.

La coppia centrale Icesynth / Sars Requiem evidenzia la natura cinematografica dell’album, ricordando da lontano due pesi massimi indiscussi: nel primo caso l’horror synth di John Carpenter prende in matrimonio lontani echi cyberpunk, mentre nel secondo è la maestria di Angelo Badalamenti a creare l’associazione più spontanea complice la struggente presenza dell’organo. Nel finale, Sunset Key Melt chiude l’album in modo altrettanto malinconico, ma il tramonto evocato dal titolo sembra prestarsi ad una duplice interpretazione, riuscendo ad essere contemporaneamente sia l’atto conclusivo del disco che di una giornata particolare  per l’intera umanità.

A penalizzare Shards è l’inevitabile frammentazione dei pezzi e non potrebbe essere altrimenti, ma resta una sorpresa considerando la compattezza sonora che da sempre pervade gli album di Tim Hecker. Per una volta è quasi possibile ragionare non sull’album per intero ma dividendo i brani fra quelli più e meno riusciti: una specie di divertissement in salsa ambient che farà felici i fan più accaniti di Hecker, con l’asticella della qualità piazzata in alto come sempre.



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