Tiny Wine: la nostalgia dei bei tempi
Mossi dall’amore per il suono polveroso delle cassette e per le registrazioni lo-fi, Chri Milton e Vertro Ubretl, nostalgici degli anni ’90, hanno unito le forze per formare i Tiny Wine.
Archer, in uscita il 22 dicembre tramite Salty Speakers e Tiny Room Records, è il loro Ep di debutto che è un omaggio al suono indie lo-fi, ai tempi in cui la musica si ascoltava con i registratori a cassette.
Utilizzando lo stesso registratore RCA RP3504 della giovinezza di Chri Milton, i Tiny Wine hanno realizzato quattro tracce dal sapore vintage, fragili e sognanti.
Teeth è una canzone dal sapore agrodolce, suoni sghembi e minimali frutto della registrazione casalinga. Un brano dalla melodia gioiosa sulla quale si poggia la voce, elemento di spicco di questo Ep.
La seconda traccia seppur suoni acerba è abilmente costruita: Leaves si compone di una ritmica elementare che tiene insieme il ronzante riff di chitarra con la melodia che viene fischiata. Una canzone sognante che culmina con un’esplosione di distorsioni.
Nothing ha un beat quasi hip hop, una canzone delicata nella quale la voce viene quasi sussurrata, mettendosi quasi da parte per far sì che la chitarra catchy sia la vera protagonista del brano. Tra le quattro produzioni sicuramente la terza traccia risulta quella più articolata con le dinamiche in crescendo.
Chiude l’Ep la title track, l’unica traccia che supera i quattro minuti. Il suono è caldo con la chitarra e la parte ritmica che suonano in maniera armoniosa. Una polaroid dal sapore pop da non sottovalutare.
Archer nella sua imperfezione è la fotografia dei bei tempi andati, quattro pellicole deformate dai colori sbiaditi per uno stile atipico frutto della spiccata personalità dei due musicisti di Greed Island. Un ascolto piacevole che sarà sicuramente apprezzato dai fan di Daniel Johnston, Smog, Guided By Voices and R. Stevie Moore.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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