Il mondo interiore di Toh Imago
Dopo l’ottimo riscontro avuto con l’album di debutto Nord Noir e l’Ep Opalis FM, il produttore francese Thomas Hennebicque in arte Toh Imago è tornato con un nuovo e sorprendente lavoro discografico pubblicato per InFiné.
Mentre con il primo Lp il nostro esplorava lande desolate colme di esplosioni metalliche, con il nuovo Refuge Toh Imago si rifugia nella musica sia come ascoltatore sia come producer. L’album parla dell’essere presenti e del desiderio di ricontestualizzare il rapporto tra la natura e l’uomo. Un disco dai toni edificanti, intrisi di ottimismo e di leggerezza di colui che entrando in contatto con la natura, trova le proprie radici e una sensazione di radicamento.
Come i passi di una camminata nel bosco, le 11 tracce del disco raccontano la storia di un viaggio interiore diviso in tre capitoli, con le macchine utilizzate durante la registrazione dell’album sintonizzate a 432hz per far beneficiare l’ascoltatore delle risonanze della Terra.
Nella prima parte del disco Toh Imago evoca atmosfere algide e metalliche: brani come Précieux Atavisme e Asile Sauvage si muovono su coordinate più pacate e ambientali, armoniose sonorità organiche aprono un dialogo tra macchina e natura.
Nella parte centrale Avril Mormal segna la rotta da seguire a suon di sintetizzatori distopici, una progressione ritmica incalzante che attinge direttamente dalla techno di Detroit. Una produzione acida costituisce un notevole cambiamento nei confronti delle tracce precedenti.
Monde Intérieur dà la chiave di lettura per la comprensione del disco: vocoder distopici e pattern di batteria danno voce al mondo interiore di Imago, una foresta nostalgica e calmante che lo ha riportato all’infanzia in molti modi come con i campioni iniziali di pezzi di canzoni della sua fanciullezza.
Refuge è un buon lavoro attraverso il quale Toh Imago apre un dialogo tra suoni organici e macchine. L’album non è un cambiamento di rotta o una rivoluzione per il nostro, ma il modo per il produttore francese di aprire una porta sul suo mondo interiore.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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