Torben Snekkestad / Søren Kjærgaard: «un’altra via del cuore»
Dopo aver già collaborato nel trio The Living Roome in un quintetto guidato dal batterista danese Peter Bruun, Torben Snekkestad (sax tenore/soprano, clarinetto, tromba) e Søren Kjærgaard (pianoforte a coda) debuttano su Trost Records con Another Way of the Heart.
Dodici nuove tracce dai titoli poetici ed enigmatici, adattamenti dei versi di Meridiana: Lines Toward A Non- local Alchemy di Torben Ulrich, perfette per riflettere e meditare grazie ai sottili e intimi suoni acustici che riflettono la bellissima natura della costa occidentale della Norvegia, dove i due musicisti si sono incontrati per registrare questoalbum.
Un flusso organico vibrante di passione quello generato dal dialogo tra sax e pianoforte in Speechless Thunder. La prima traccia è avvolta da un alone di mistero e tensione dato da un gioco di vuoti e pieni, di pause e accordi sospesi, si fondono insieme intime fascinazioni strumentali con una colta sperimentazione leitmotiv dell’intero album.
Con Wind and floating lines no.1 Snekkestad e Kjærgaard si avventurano in un territorio emozionale ed evocativo: mentre il sax produce dei droni leggeri e risonanti, il piano suona delicate melodie che lasciano l’ascoltatore fluttuare a mezz’aria.
A cavallo tra free jazz e avanguardia, Gentle Latitudes lascia i due musicisti giocare con le variazioni timbriche, ne scaturisce una composizione libera e avvolgente, dai toni caldie dallo spirito contemplativo.
Spazio all’improvvisazione e alla sperimentazione con Radiant recomposed: Kjærgaard utilizza tutte le parti del piano usando le meccaniche per elaborare la parte ritmica del brano mentre Snekkestad padroneggia un soffio distorto e tenebroso, ne scaturisce un paesaggio sonoro basato su luci e ombre.
Another Way of the Heart è sicuramente un album ricco di sfaccettature, pensato per avere un effetto curativo su chi lo ascolta. Torben Snekkestad e Søren Kjærgaard mettono la tecnica al servizio dei sentimenti inseguendo «un’altra via del cuore».
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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