Music for nightfall
Crepuscolare, pur nella sonorità basica dell’elettronica; tale è l’album Eat My Codes If Your Light Falls dei Tralala Blip, band australiana che ha fatto della disabilità una privilegiata porta d’accesso verso l’arte. Uscito lo scorso 19 luglio, prodotto da Lawrence English per la label Someone Good, deve essere considerato il frutto di anni di performance dal vivo e di tanto lavoro di sperimentazione in studio, condizioni che hanno portato i membri della band a riunirsi in un “unico cuore sacro alimentato da intossicate melodie electro-pop” e a scrivere testi che vengono da personali spunti lirici annotati nel tempo in modalità diaristica.
Il beat ridotto al minimo arriva subito nella track di apertura, Pub Talk; la drum machine accelera in suoni netti un po’ metallici, un po’ liquidi, la voce si avverte sofferta. La seconda traccia, Voodoo Pins, si apre alla danza, pur rimanendo nel rigore dell’elettronica che, in tutti i suoni, catapulta l’ascoltatore alle sue origini radicate negli albori degli anni Ottanta. L’Australia dei grandi spazi si sente negli urli tribali che disseminano il disco, nelle aperture sonore di accordi tenuti a lungo. Una voce androgina, resa più acuta dall’effetto, dà un particolare carattere a Star of Hope, quarto degli otto pezzi del disco. Anche questo è un brano molto scarno, una rivisitazione molto attuale ed originale dell’elettronica a tinte trip-pop, che si può sentire in molti punti del disco e che spesso vira in suoni più scuri, quasi dark, per esempio in un pezzo, il sesto, il cui titolo è eloquente di una certa atmosfera inquieta: Nightmare Lands Welcome To You.
Eat My Codes If Your Light Falls è un disco in cui si sente la ricerca nella creazione musicale, pur nella scelta di beat asciutti e nitidi; in esso c’è tutta l’elettronica, sia nelle atmosfere tristi e sofferte che in quelle più ballabili, lounge e trip-pop.
Nata ad Amandola, un paesino sui Sibillini, il 20 aprile del 1979, fin da piccola ha sentito scorrere la musica dentro il suo corpo. Pianista fino al liceo, ora si diletta alla tastiera, ha scelto di fare l’Università e quindi di vivere a Bologna, dove ormai risiede da vent’anni, nonostante l’accento le sia rimasto profondamente marchigiano. Di lavoro fa la prof di lettere alle scuole superiori, in
un paese nel Modenese. Fra i suoi hobby, oltre alla musica, leggere e scrivacchiare.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti