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Trio Ramberget: uno e trino

Nell’autunno del 2016 Gustav Davidsson (trombone), Johanna Ekholm (contrabbasso) e Pelle Westlin (clarinetto basso) hanno fondato il Trio Ramberget, un progetto in grado di coprire un’ampia gamma di stili musicali, dalla classica al free jazz, dall’improvvisazione libera al folk.

Con all’attivo due album (Slåttermyren del 2018 e Musik Att SomnaTill ‎ del 2020) e due Ep, l’ensemble svedese ha rilasciato per Piano and Coffee Records 24 Ways (Volume I), ispirato al clavicembalo di Johann Sebastian Bach.

Il primo volume è composto da otto preludi e otto improvvisazioni ognuna delle quali proposta in ogni tonalità della scala diatonica. Un flusso organico attraverso il quale il trio riflette i diversi lati e forme dell’essere umano.

Non ci soffermeremo sulle singole tracce dell’album, sarebbe impossibile recensire soprattutto la parte riguardante le improvvisazioni. Nonostante ciò, al di là della proposta non così innovativa, 24 Ways (Volume I) si lascia ascoltare tutto d’un fiato: i tre musicisti sono stati capaci di convivere e di alternarsi nella giusta maniera, senza che l’uno prevalesse sull’altro, ma creando un unico flusso narrativo in grado di prendere per mano l’ascoltatore durante i 51 minuti del disco.

Ne deriva così un lavoro intenso e scoppiettante, tra jazz e free form, nel quale ogni strumento suona chiaro e cristallino, alternando momenti di quiete ad altri più effervescenti evidenziati dai contrappunti dei due strumenti a fiato. Dall’altro canto le nove gravi del contrabbasso danno pathos alla narrazione, sempre orientate a delineare l’architettura dei brani.

Non c’è da stupirsi sei tre elementi intersecandosi tirano fuori tutto il potenziale espressivo dell’esecuzione e dell’improvvisazione: lo stile preciso dei tre brilla per finezza melodica, consapevolezza sonora e artistica,  esaltazione della filosofia del trio senza mai a discapito della mortificazione del singolo.

In conclusione, 24 Ways (Volume I) è un album godibilissimo nel quale nonostante l’ottima tecnica dei tre, quest’ultima non è mai utilizzata a discapito delle emozioni.




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