Sperimentazione e spiritualità viaggiano in sincrono con i TRÓNCO
A distanza di due anni dall’Ep Frankenstein, i TRÓNCO pubblicano il loro primo full-lenght registrato dal vivo in studio durante l’estate del 2020. Rilasciato il 30 novembre per Torto Editions, Marsiglia Records, Eremo e Ramble Records, l’omonimo album del collettivo genovese si presenta come una jam session intima e rilassata: sette pezzi nati dallo stesso seme mettono radici e si diramano in direzioni diverse.
La trama fitta degli arrangiamenti conferisce un’atmosfera naturale e dinamica alle tracce, sottolineando la convergenza di tutte le energie per generare “un’entità autonoma” che si sposta elegantemente tra orchestrazioni acustiche, voci multiple che si aggrovigliano, basse frequenze e indefinibili incursioni ambientali.
Un viaggio ai confini dell’avant-free-folk, dense stratificazioni di archi, strumenti a fiato, percussioni e un pizzico d’elettronica combinate a complessi arrangiamenti fanno dei TRÓNCO una vera e propria orchestra folk.
Il collettivo rimodella il concetto di folk come espressione della cultura popolare come si evince già dalla prima traccia, Dandelion, nella quale gli strumenti etnici di diversa provenienza e i fiati creano una cornice per la seducente voce di Deniz Ozdogan. Si prosegue con le delicate vibrazioni di Medin, un brano dal profumo orientale ma che allo stesso tempo si ispira ai suoni cupi bristoliani. Un mix avvincente d’innovazione e tradizione con gli strumenti messi al servizio della voce calda.
C’è spazio anche per strumentali malinconiche e polverose come Daya in cui le chitarre s’intrecciano a venti di droni e sussurri, creando una strumentale capace di entrare direttamente sottopelle. Agnello riprende il mood e la struttura di Daya con l’aggiunta della voce trascinante che contribuisce ad accentuare ancora di più l’atmosfera plumbea.
In definitiva TRÓNCO è un’esperienza coinvolgente, vivace ed eclettica con il collettivo impegnato ad intercettare diverse forme sonore rielaborandole con grande naturalezza. La loro musica è un viaggio tra sperimentazione e spiritualità da fare comodamente seduti a casa o, ancora meglio, direttamente ad un concerto dei TRÓNCO.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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