Life Happened: un paesaggio visionario in cui perdersi
Il musicista romano Marco Barzetti, vero nome di True Sleeper, ha pubblicato questo mese il suo album di debutto Life Happened per Lady Sometimes e A Modest Proposal. Un disco interessante dalle sonorità suggestive, evocative di immagini e significati. La sua impronta artistica è nettamente riconoscibile e conferma le competenze in materia shoegaze. Ne esce un buon lavoro, degno di più di un ascolto.
I brani spaziano dal dream pop allo shoegaze con fluidità con un ottimo fraseggio armonico, le timbriche sono intrise di malinconia e di una raffinatezza piacevole e ricca di personalità. Il brano di apertura Blurred Hearts è un pezzo romantico che mette a fuoco i sentimenti in una maniera tale da renderlo quasi doloroso. Quando ci si riferisce allo shoegaze, in particolare a quello di stampo britannico, non può non venire in mente l’album dei Verve A Storm In Heaven, e la seconda traccia di Life Happened Heavy Life potrebbe farne parte alla perfezione. Corde sensualmente accarrezzate in L is on C, brano breve ma intenso che apre le porte ai paesaggi desolati di Naked Stars.
La seconda metà dell’album si caratterizza di atmosfere più dense e cupe che non nascondono i propri dolori, accompagnate da una chitarra che armeggia sullo sfondo e da una stratificazione musicale che acquista sempre più spessore. L’album si chiude con Lunacy, brano che poggia su una buona linea di basso, timbri trascinati e sovrastrutture melodiche.
True Sleeper dimostra una buona abilità di gestione dello shoegaze attraverso nove tracce in cui tutto diventa sfuggente e inafferrabile. L’ispirazione a gruppi come Nothing, Whirr e Narrow Head è percepibile nei riverberi della sua musica , specialmente in quelli più intensi che ti fanno chiudere gli occhi per la rabbia o la dolcezza. Un album a rilascio controllato ma che dal primo istante accarezza come un vento leggero, per poi diventare la tempesta di un paesaggio visionario in cui perdersi.
Mi chiamo Elena, sono una studentessa dell’Università di Bologna da sempre appassionata di musica. Da quando mi sono trasferita ho iniziato a frequentare il Covo Club diventando quasi un membro onorario e ciò mi ha dato la possibilità di conoscere nuove band e approfondire il mio interesse verso quelle che ascolto da sempre. Principalmente interessata di indie/britpop, shoegaze/dreampop e cresciuta con gli Arctic Monkeys sono stata a numerosi concerti, dai “big names” come Kasabian, Libertines, Black Keys, Paolo Nutini, Florence + The Machine, The Wombats, Biffy Clyro, Pixies, Queens Of The Stone Age, passando per gli italiani Verdena, Giorgio Poi, Colombre, Dunk, Baustelle fino ai festival locali come “Beaches Brew” e “Handmade”.
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