Uèle Lamore: il potenziale c’è
Una voce fuori dal coro quella della produttrice/compositrice franco-americana Uèle Lamore la quale esplora generi differenti come il jazz, l’indie, l’hip hop, l’elettronica e la musica classica unendoli in una miscela ottenuta dall’interazione di trame orchestrali e acustiche con elementi modulari, elettronici e sintetici.
Il suo album di debutto, Loom, nasce dalla curiosità e dalla voglia di sperimentare le infinite possibilità della musica: undici tracce rilasciate il 28 gennaio 2022 per Sony Music / XXIM Records che incarnano davvero il termine di “post-genere”.
In apertura una breve Intro nasce da uno schizzo ambientale fino a gonfiarsi lentamente per diventare una maestosa trama orchestrale elettronica nata dal connubio tra sintetizzatori, chitarre e percussioni. Il primo brano vero e proprio è The Dark sviluppatosi a partire dagli elementi dell’intro. Attraverso l’uso di percussioni echeggianti, synth sinistri e chitarre avvolgenti Lamore fa sfoggio della sua capacità compositiva mettendo in rilievo un paesaggio sonoro cinematico.
The First Tree vede la musica classica incontrare l’elettronica, un avvolgente e intenso tappeto sonoro sul quale sono ospitate le parole pronunciate dal poeta parigino Gracy Hopkins che raccontano la potenziale evoluzione dell’umanità.
La voce mielata della cantante britannica Cheise accompagna le sofisticate melodie diPollen, un brano accattivante a metà strada tra il downtempo di Bonobo e il trip hop dei Massive Attack.
La conclusivaWarm Blood è uno dei brani più emozionanti del disco con la malinconica voce di Ana Benabdelkarim (alias Silly Boy Blue) al servizio di una seducente quanto suggestiva trama nella quale gli strumenti acustici convivono con quelli digitali.
Nonostante Uèle Lamore sia un’artista unica in grado di travalicare qualsiasi genere, il suo debut album non risulta sempre a fuoco, soprattutto nella parte centrale del disco alcuni brani si rivelano deboli, soprattutto quelli strumentali. Nei momenti più riusciti di Loom invece la ricetta di Lamore si rivela efficace e personale, dimostrando di avere i numeri per far molto bene in futuro.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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