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Quando una copertina può stregarti.

Ci sono delle volte che alcune copertine ti cadono all’occhio, e non parlo di un negozio di musica, ma di un evento Facebook. Si chiamano Ultra Zook, sono francesi e dalla descrizione si capisce poco riguardo cosa suonino. Sono un gruppo che, però, mi ha intrigato a tal punto da decidere di andarli a vedere al Circolo Nadir di Padova.

Sono le 22 circa, mi appresto ad arrivare ad un orario consono, siccome il più spesso delle volte mi ritrovo sempre in ritardo. Arrivo al Circolo Nadir, poca gente è con la band al bancone a sorseggiare birra, quasi fosse fine serata, desolati del preannunciarsi una di quelle date un po’ così, sfigate, dove in pochi avrebbero ascoltato o apprezzato la loro musica. A quale musicista non è successo?

Nel sorseggiar whiskey vagavo incessantemente in attesa dell’inizio del live e, intanto, sul palco comincio a notare tante, ma tante, pedaliere, alcune sconosciute al mio occhio da bassista.

Allo scoccare delle 23 comincia ad arrivare gente, per quella copertina particolare o chissà per quale curiosità di sentire questa band in un live up to you come, si direbbe in gergo. Gli Ultra Zook decidono di salire sul palco. Iniziano con un brano molto cupo e lento mentre mi confrontavo con il mio amico Riccardo su come sia difficile iniziare un live in certe circostanze. Il tastierista non esita a sfoggiare suoni alquanto bizzarri che ricordano le colonne sonore di Monkey’s Island. Il pubblico incomincia a sciogliersi e con loro anche la band che, tra improvvisazioni e sound singolari, finalmente parte con i brani in scaletta.

Un connubio tra tastiera acida anni 90′, batteria con un tocco deciso ed un bassista che modulava i suoni con la sua pedaliera come se fosse davanti ad un campionatore. Finalmente riesco a capire a cosa servissero quelle altre pedaliere di fianco al bassista Manu ed al tastierista Ben. Tra dinamicità, incastri tra armonia e ritmo, i due si intercambiano con un risultato alquanto strabiliante.

Come solito prima di andare ad un concerto ascolto un paio di canzoni nel tragitto verso la venue dell’evento. Rimango incuriosito da Dance Broccoli Dance: appena comincia l’esecuzione del brano mi accorgo che il pubblico è raddoppiato. Colpiti dal rock jazz tropicale degli Ultra Zook, tutti iniziano a ballare e a molleggiare a ritmo di musica.

Nella loro scaletta Yapati Yupata, con tanto di intermezzo jazz, così per confonderci ancora di più. Tra il confuso ed il sorpreso arriva purtroppo la fine del loro concerto, con una canzone alquanto particolare dal nome Aluminium C4. Accostare una lega leggera ad un esplosivo come nome di un brano è un paradosso, proprio come l’esecuzione di questo brano che inizia con suoni metallici leggeri per poi spezzare tutta la scaletta antecedente con un’elettronica pungente, fatta sempre da loro tre con una costanza da invidiare.

Una cosa che sanno fare bene gli Ultra Zook è confondere nel mescolare tanti generi, ma con bravura e garbo, con questa propensione ad un sound molto fresh e tropicale nell’usare ritmi che ti mettono il sorriso e ti fanno ballare.



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