Ritorno alle origini per gli Unwed Sailor
Giunti con Mute The Charm al quarto album in studio, gli Unwed Sailor di Jonathan Ford si confermano come punto di riferimento nel panorama indie rock/pop.
La band di Seattle confeziona un lavoro emotivamente maturo, dai suoni organici, una lettera d’amore nei confronti della città natale, una retrospettiva sui rapporti con le persone e il passato, con uno sguardo pieno di speranza verso un futuro meno tumultuoso.
Rilasciato il 10 febbraio tramite la Spartan Records, Mute The Charm richiama l’acclamato album del 2019, Heavy Age: il sound si muove verso un post rock/pop rock dalle chitarre squillanti e una sezione ritmica solida, come afferma Johnathon Ford «Mute The Charm è un ritorno alle origini, un disco primordiale».
L’attitudine rock della band emerge subito con Windy City Dreams, il singolo dallo stile maturo e del tutto a fuoco. La traccia di apertura ispirata all’atmosfera di Avalon dei Roxy Music racconta la storia dei grandi, bellissimi e falliti sogni di Johnathon di trasferirsi a Chicago tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni ’00. Trascinato da un granitico giro di basso, il brano si basa su un gioco di contrappunti tra le melodie avvolgenti delle chitarre e una ritmica scarna ed essenziale.
Strutture classiche quasi standard spiccano per il cromatismo dalle tinte pastello risaltato dall’utilizzo delle tastiere (Mais Oui) che accorciano le distanze dei confini tra post e pop rock.
Melodie profonde che ricordano i Death Cab For Cutie per London Fog, una strumentale ricca di suggestione che fa degli intrecci tra chitarre elettriche e acustiche il suo punto forte.
Ambiziose le scelte in fase di arrangiamento di Cold Gold, uno dei momenti migliori del disco. Il brano è ricco di fraseggi chitarristici e asciutte cadenze ritmiche riempite dalle avvolgenti partiture del piano. Sorprende piacevolmente la scelta di concludere il brano solo con le note malinconiche del piano e di una diamonica piuttosto che un’esplosione di chitarre.
Mute The Charm è un lavoro convincente che si candida a diventare uno degli album migliori degli Unwed Sailor.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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