V-Stók: il desiderio di viaggi in mondi sconosciuti e romantici
V-Stók alias Valentin Doychinov è un musicista, chitarrista e produttore elettronico di origine bulgara, residente a Bristol, che fissa le proprie coordinate sonore tra musica da club, avanguardia e sperimentazione.
Liminal è il suo nuovo album con il quale il nostro amplia la sua tavolozza sonora: influenze jazz fusion si mischiano con il suono noise ed ambient sviluppato giàneilavori precedenti. L’album è pervaso da una sensazione di malinconia e inquietudine generata dal periodo di pandemia: da un lato un senso di morte imminente e un senso di fragilità, l’impotenza e la consapevolezza che il mondo come lo conoscevamo era in realtà appeso a un equilibrio molto delicato, d’altra parte emerge il desiderio di viaggi in mondi sconosciuti e romantici.
L’opener Microcosmos è l’anello di congiunzione con i suoi dischi precedenti: frammenti materici profondamente instabili si legano con morbide linee di synth con i quali iniziano a manifestarsi le prime influenze jazz. Allo stesso tempo il brano mantiene un’atmosfera gelida e surreale retta dalle imprevedibili pulsazioni elettroniche.
Segue A Ray Of Light, una traccia dark ambient dai ritmi spezzati ammorbidita dal suono della chitarra. Se da un lato il brano è avvolto da un senso di incertezza, gli arpeggi della sei corde aprono ad uno spiraglio di luce, sentimenti contrastati per una composizione basata su effetti stilistici contrastanti.
Subterranean è una visione cosmica del mondo attraverso rumori assortiti e implosioni ambientali, le improvvisazioni di chitarra e l’incursione di campioni vocali rendono il tutto ancora più terrificante.
Con Unsafe Harbour V-Stók si avventura nei territori elettroacustici: ritmi spezzati ed imprevedibili formano la complessa architettura del brano, chitarre ronzanti accompagnano un viaggio oscuro tutto in divenire.
In chiusura White Ape Goddess è un paesaggio sonoro rarefatto, suoni sinistri chiudono l’album nella maniera più spaventosa possibile.
Liminal ha un effetto di disorientamento dovuto alla dualità dei suoni, un album in grado di colpire a livello percettivo e sensoriale con V-Stòk che ad ogni nuovo lavoro si spinge oltre nell’esplorazione sonora.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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