VARIÁT: la nuova era del noise
Tra le sue mille forme artistiche (pittore astratto, fotografo, produttore e artista del suono), Dmytro Fedorenko fornisce una nuova versione di sé con l’alterego VARIÁT, un nuovo progetto sperimentale che si ciba di suoni dissonanti, noise e sintesi corrosiva.
Pubblicato il 10 settembre per l’etichetta Prostir, I Can See Everything From Here è il suo primo album firmato con questo moniker, un mondo sonoro di austera psichedelia urbana, basato sui temi del primitivismo e misticismo all’interno di un’era digitale contemporanea.
Per il primo brano, Crowds Are Gone, Time’s Not Needed, VARIÁT sintetizza il suono di una chitarra trasformandola in una tempesta dissonante carica di fruscii e rumori di oggetti quotidiani che diventano la parte ritmica del brano. Con The Ancient of Seconds la chitarra definisce i confini di un ambiente metallico e ostico. Sintetizzatori calibrati e trattati per suonare come strumenti tradizionali scandiscono il ritmo lento e ossessivo della traccia. Il rigore compositivo di See, It’s You, Always va ricercato nella sua struttura ben delineata, un caos ordinato composto da detonazioni sonore, un flusso magmatico carico di rumore con l’intento di gonfiare la struttura sonora senza mai esplodere del tutto.
In The Halves Are Once Again Together i suoni della chitarra vengono modulati per creare un’atmosfera plumbea e decadente. Un brano racchiuso tra i confini del noise e della musica concreta con i suoni taglienti come motoseghe, le bordate sonore diventano il tratto distintivo dell’inquietudine di VARIÁT.
L’album si chiude con i frammenti sonori di Wake Up, Fire, una produzione dall’elettronica stridente e frastagliata impreziosita da pulsazioni opprimenti
Quello di VARIÁT è un progetto che si rifà alla musica concreta, al noise e alle sonorità industriali sviluppando l’album su idee di trasgressione, reinvenzione e liberazione come ricerca di nuovi confini artistici per il conseguimento di una nuova libertà estetica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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