Vök: verso una nuova direzione
Dopo due album (Figure e In The Dark) all’insegna del synth-pop acclamati dal pubblico e dalla critica, i Vök sono tornati con un nuovo Ep, pronti ad inseguire una nuova direzione artistica.
Feeding On A Tragedy, pubblicato l’8 ottobre da Nettwerk, apre la strada ad un sound progressive alt-pop dalle sfumature atmosferiche ed elettroniche.
Margrét Rán Magnúsdóttir, Einar Hrafn Stefánsson e Bergur Eina rDagbjartsson compiono un ulteriore passo in avanti realizzando quattro brani maturi, ampliando il tiro elettronico, danno al pubblico un assaggio di ciò che dovranno aspettarsi dal prossimo album.
Apre l’Ep l’atmosfera intima di Running Wild. La voce di Margrét è il plus per un brano alt-pop che nasconde dietro la morbidezza del sound una canzone intensa e inquieta alla Daughter. Un viaggio interiore che sa coniugare l’eleganza dell’elettronica e un linguaggio popaccessibile a tutti.
Un beat denso alla XX risalta la parte vocale candidando No Coffee at the Funeral ad essere una hit. Durante il ritornello i synth esplodono mettendosi al servizio della voce e creando insieme un’atmosfera sognante. Con Skin il trio islandese vira in direzione del trip hop alla Portishead, i suoni diventano più cupi e atmosferici con la batteria elettronica che ha il compito di disegnare l’architettura del brano. Una composizione raffinata che mette in mostra il lato più sensuale della voce diMargrét.
In chiusura Lost in the Weekend dà nuova linfa al trio, l’evoluzione più naturale con la band che si pone a metà strada tra l’indie e l’elettronica. Un brano immediato dalla forza prorompente.
Feeding On A Tragedy è un Ep ispirato e onesto, i Vök senza inventare nulla di nuovo trovano la giusta combinazione tra pop ed elettronica, il risultato è convincente e porterà la formazione islandese ad essere protagonista sui palchi di tutto il mondo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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