Von Tesla, l’Aphex Twin italiano
Pubblicato il 10 maggio 2019 da Boring Machines, Ganzfeld è il nuovo album di Von Tesla al secolo Marco Giotto. Il doppio album prende il titolo da un fenomeno di percezione causato dall’esposizione a un campo di stimolazione non strutturato e uniforme. Questa è principalmente la descrizione usata quando si parla di percezioni visive e perdita di profondità di campo e percezione dimensionale.
Quattordici tracce per 133 minuti di musica in grado di progettare un’atmosfera alienante e futuristica, portando sempre l’ascoltatore in territori elettronici sconosciuti di caos interpretativo, pieno di un’estetica ultraterrena e di un atteggiamento sperimentale.
Il provare a cambiare le regole riuscendo, attraverso l’elettronica, a sottrarre tutti i sensi tranne quello uditivo: questo è l’esperimento di Ganzfeld intrapreso da Von Tesla.
L’ex Squadra Omega ha prodotto un lavoro libero e istintivo in cui ogni traccia è una singola patch con ritmi apparentemente casuali, strati di melodie discordanti e una forte passione per gli Autechre e Aphex Twin.
La prima parte si apre con i suoni sintetici di Aftermath, un’architettura sonora frammentata, frutto di una sintesi elettronica avvezza a scomporre il suono, una traccia sinonimo di frenesia. Segue l’acida e sincopata Sensory Leakage che dà spazio alla voglia di mettersi in gioco, ricercare e rinnovarsi costantemente da parte di Giotto. Se al primo ascolto saltano subito all’orecchio i suoni dirompenti dell’elettronica sperimentale, in profondità si nascondono i viaggi cosmici, figli della scena kraut tedesca.
Con i droni atmosferici che si fanno scoppiettanti, il suono brulicante di Lighted Room ci conduce in ambito drone ambient, una delle poche tracce che contrasta il suono magmatico di Ganzfeld.
Tra le sette produzioni della seconda parte troviamo i diciotto minuti di Echoes of the land, una distesa sintetica che viene spogliata di tutto per lasciare emergere la spigolosa anima ambient-techno.
La scoppiettante Feedforward dalle ritmiche dal sapore deep e dall’incedere profondo si distacca dalle tracce precedenti. Arriviamo alla conclusione di Ganzfeld con i suoni gelidi e plumbei di In the red, una bella doccia fretta per riprenderci dalla scossa di Ganzfeld.
Ganzfeld non è un album facile, si raggiunge la fine con difficoltà, non è di certo accessibile a tutti, ma per coloro che arrivano a fine corsa la soddisfazione è tanta, la soddisfazione di aver ascoltato un album alieno, interessante, destabilizzante tanto da far perdere la percezione dello spazio e del tempo per tutta la durata dell’album.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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