La trasformazione di Warm Graves
Dopo ben sette anni dal debutto con Ships Will Come (2014), Jonas Wehner in arte Warm Graves torna con il suo secondo album, Ease, pubblicato su Fuzz Club Records il 25 febbraio 2022.
Ease si connette all’idea di trasformazione da uno stato di inquietudine e attrito a uno di agio e semplicità, sette anni durante i quali il musicista di Lipsia ha preso direzioni diverse, tanto da spingere la sua musica dalle atmosfere oniriche ed eteree dell’album precedente ad un’elettronica più aggressivache spazia tra dark ambient, drone, coldwave austera con rimandi alla musica cosmica.
L’album si presenta con il trip lisergico di Atoria, il brano iniziale si mostra subito carico di tensione con Warm Graves che affida la melodia alle melanconiche tastiere mentre la ritmica dal sapore post-punk mostra l’aspetto più sporco e ruvido della musica del nostro.
A seguire il suonomeno tradizionale di Black Wine, la seconda traccia dall’animo elettronico mischia le atmosfere cupe del dark ambient con classiche reminiscenze wave portando una ventate d’aria fresca al lavoro di Wehner. Il cantato con la voce di Jonas in piena forma s’incastra perfettamente tra le linee psichedeliche dei synth, risaltando la veste elegante della canzone.
Cara assume tinte vocali più intense, esaltate dai cupi sintetizzatori ed una batteria che suona asciutta e pulita. Un brano spettrale nel quale rimbombano le acide tastiere che danno alla canzone un taglio ipnotico e ombroso.
La title track è un mix di batterie elettroniche e percussioni tribali, un’atmosfera tesa e oscura con Warm Graves in grado di far convivere sapientemente kraut rock e darkwave.
Grazie ad un sound rinnovato che si arricchisce di nuove influenze, Warm Graves riesce a far viaggiare la mente e lo fa con nove brani dalle semplici strutture e dal fascino lisergico. Ease è un album che cavalca l’onda darkwave/coldwave apportando con semplici intuizioni innovazioni ad un’estetica senza tempo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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