Western Edges: schema che vince non si cambia
In quasi trent’anni di carriera Richard Adams, membro fondatore della leggendaria band di Leeds Hood, ha sperimentato in lungo e largo, cambiando spesso forma (The Declining Winter, Memory Drawings, Great Panoptique Winter) dagli esordi post-punk fino all’ambient ed elettronica della sua ultima reincarnazione.
Adams riaccende i riflettori su Western Edges con Dependency, il secondo album dell’artista inglese pubblicato per Sound In Silence, l’etichetta di George Mastrokostas.
Nove nuove tracce tra ambient ed elettronica lo-fi che vanno a sconfinare nella techno minimale per un album che piacerà ai fan di Deep Chord, Aphex Twin, bvdub, Space Afrika, Boards Of Canada e Hood del tardo periodo.
Il primo paesaggio sonoro, Page Reveals, è il risultato della combinazione fra pad eterei e melodie di synth inquietanti che contribuiscono a creare un tappeto sonoro algido e ossessivo. Si passa poi all’insolito mix di ambient e techno di Winter Hill. La terza traccia è una mescola del tutto personale che sfrutta la ritmica dritta e acida e gli scintillanti arpeggi per enfatizzare il drone analogico.
Un fluido morbido è invece The Wall You First Kissed Her con le sue delicate oscillazioni che creano profonde emozioni sincere. Echi cosmici contribuiscono alla creazione di una traccia di passaggio dall’atmosfera alienante. So Cold Now con le sue delicate modulazioni e i raffinati impulsi elettronici apre ai quasi quindici minuti di Temperance. La penultima strumentale è un ripetersi di ritmiche dal sapore berlinese condite da un intreccio di droni lenti e profondi bassi dub che vivacizzano il finale di una composizione glaciale. Il finale è affidato all’ambient lento e ripetitivo di Still Think About It Now And Then che conclude l’album con una formula ampiamente abusata nel disco.
Dependency è un album sorprendentemente piacevole, ricco di suggestivi paesaggi sonori che seguono uno schema consolidato: droni lenti, impulsi elettronici fragili e synth glaciali, un sistema che si ripete per tutte le nove tracce del disco ma che alla fine dà ragione a Western Edges.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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