Wow, arrivano le Falene
Una copertina scura, solida e monolitica, attraversata da uno sciame di falene bianche, una luce nel crepuscolo che fa sperare in tempi migliori.
A due anni dall’album Come La Notte, i romani Wow sono tornati con un nuovo Ep, Falene, in uscita il 10 dicembre 2021 via Maple Death Records. In questo mini album China (voce e chitarra), Leo Non (tastiere, voce, chitarra), Thurston Mourad (basso) e Pippo Grassi (batteria) vengono affiancati da Gianlorenzo Nardi (sax) e Julie Normal (Onde Martenot).
L’Ep è composto da quattro tracce più il remix del brano Occhi Di Serpente a cura di Tropicantesimo, ognuna differente dall’altra, influenzate da sonorità diverse sebbene legate dalle atmosfere cupe e noir, filo conduttore di Falene.
In apertura i suoni vibranti si mischiano con le influenze cosmiche dei synth ricamando insieme la scura e nostalgica trama di Anticoda che anticipa le atmosfere della title track. Falene dal sapore sixties, ha un andamento lento e sinuoso: il brano si muove tra il suono corposo del basso, la farfisa che riprende le sonorità dei film polizieschi e l’eleganza del sassofono, il tutto in funzione della voce di China, ricca di pathos e quasi teatrale.
A seguire Coda riprende la trama del primo brano evolvendola in un momento free form nel quale la band dà sfogo a tutta la propria creatività: feedback debordanti e droni oscuri vengono illuminati dalle pennellate del sax in un gioco di luci e ombre.
In chiusura Partirai cantata da Leo Non nasce dall’incontro tra la canzone d’autore con il rock’n’roll più grezzo e primitivo per un brano in puro stile Wow.
Con Falene i Wow confermano di avere un sound ricco d’influenze, in grado di andare in direzioni diverse, dalla canzone d’autore alle colonne sonore. La musica dei quattro non per forza brillerà per originalità bensì intesa come un’operazione di ricerca di un patrimonio musicale fervido e luminoso come quello degli anni ’60.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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