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Coltellate e psichedelia: la schizofrenica accessibilità degli Xiu Xiu

Non servono presentazioni per gli Xiu Xiu, alfieri da oltre vent’anni di una produzione sperimentale senza sosta e senza pause. Decisamente più interessante, invece, far notare che il nuovo 13’’ Frank Beltrame Italian Stiletto with Bison Horn Grips, in uscita il 27 settembre 2024 per Polyvinyl Records, segua a distanza di un anno Ignore Grief, creando una sorta di filo conduttore (e di opposizione) piuttosto notevole.

Avevamo lasciato Jamie Stewart e Angela Seo alle prese con un disco death industrial capace di risultare fra i più oscuri e complessi della loro discografia che di album criptici ne è da sempre costellata. Oggi il copione sembra essere cambiato: a restare in superficie è una simile vena avanguardistica, declinata in chiave meno claustrofobica e rumorosa, ma a cavallo fra psichedelia, rock sperimentale, noise pop e le tipiche sonorità industrial di marchio Xiu Xiu.

In un certo senso l’opener Arp Omni evidenzia un distacco che più netto non si può da Ignore Grief: una dolce ballata sinfonica talmente avvolgente da risultare permeata di una natura classica. Le cose iniziano a movimentarsi dal secondo brano, quando prima Maestro One Chord segna una fusione fra industrial e trip hop e poi Common Loon sfocia nella pura neo-psychedelia.

Se Pale Flower è un bizzarro esperimento fra indietronica ed echi darkwave, decisamente più coerente con questa vena gotica è Veneficium, fra i pezzi più riusciti del lotto. Non mancano sorprese anche nella seconda parte del disco: Sleep Blvd. sembra essere addirittura ballabile, mentre T.D.F.T.W. ne è il naturale sequel, prendendo quella natura da semi-clubbing e declinandola in un vortice nervoso. In chiusura, spazio anche al minimal synth di Bobby Bland e all’ansiogena Pina, Coconut & Cherry, un inno notturno prodotto da un crooner sotto allucinogeni.

Partendo concettualmente dal coltello a scatto prodotto dall’omonima azienda italiana, 13’’ Frank Beltrame Italian Stiletto with Bison Horn Grips è probabilmente uno dei lavori più accessibili degli Xiu Xiu. Presentatosi come una specie di “gemello buono” dell’abissale Ignore Grief, è in questa dicotomia che si può apprezzare tutta la natura eclettica del duo, capace di produrre, nel giro di un anno, due lavori di pari qualità eppure così diversi nella proposta.

Ma non c’è esercizio di stile. Dietro a quest’apparente patina di comprensibilità sonora si nasconde uno dei lavori più riusciti della produzione recente a nome Xiu Xiu, segno che con la coppia Stewart/Seo le sorprese non finiscono mai.



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