Puff O’Gigio: un puzzle che vale la pena risolvere
Xiu Xiu e Larsen, o XXL, stringono un patto di collaborazione musicale, un patto umoristico, di quell’umorismo tipico del fondatore degli Xiu Xiu Jamie Stewart che si mischia al post-rock scolpito dal quartetto italiano Larsen.
Il quarto album, in gran parte strumentale, di XXL, Puff O’Gigio, è uno scontro di tic sperimentali e pulsazioni post-punk, che trascina le bizzarre tendenze di entrambe le band in vividi fotogrammi widescreen.
In passato, i tre album di XXL evidenziavano le differenze tra i paesaggi sonori ipnagogici dei Larsen e le melodie esagerate degli Xiu Xiu, con ganci luminosi che a volte potevano passare per un pop scurito. Registrato in una settimana nel mese di dicembre 2016 a Torino, Puff O’Gigio raccoglie questi impulsi con un approccio più imparziale. Ora, a 13 anni dal loro debutto insieme, Ciautistico!, XXL ha raggiunto un nuovo picco collaborativo.
Puff O’Gigio vive di un cinematico senso del capriccio, telegrafato dalla figura titanistica protagonista dell’album: un personaggio mitologico, geneticamente modificato, che si dice sia una chimera della traduzione italiana di Topo Gigio.
XXL suggerisce che queste 11 tracce abitino lo stesso mondo colorato e intersezionale del personaggio, ma questo sottintende lo sconfinato senso di scala presente nel lavoro; Puff O’Gigio è solo il maggiordomo sulla soglia di un regno fantastico e sanguinante.
A momenti, questo album pullula di ottimismo sfrenato: l’esplorativo Welcome to My Planet, ad esempio, si apre con un tono acuto e inquietante, prima che una raffica di bip annunci un modello di chitarra ipnotica, un putiferio di chiacchiere e una melodia senza senso di Paolo Dellapiana dei Larsen. Evocando una trance più profonda di Thom Yorke, l’effetto è stranamente sereno. Ghost Maid offre una gioia pazzesca grazie a synth caleidoscopici che scorrono attraverso un vortice di bassi.
Con i suoi soundscapes incombenti e i suoi sonagli tremanti, Puff O’Gigio a volte suona come una creatura inquieta nell’esplorazione di un paesaggio alieno in cui conturbanti, invisibili abitanti si nascondono nell’oscurità. Polar Bear Boogie Part 01 suona la stranezza con chitarre elettriche droning, mentre l’oscillazione di sintetizzatori carnevaleschi e rumori dai toni bassi durante Queen Of Koalas ti avvolge come sabbie mobili. La cosa più sinistra è il gioco di ombre minimalista di To Carol Rama.
Mentre gioca un senso di meraviglia nonostante una strisciante minaccia incombente, Puff O’Gigio cambia costantemente sotto di te: abbracciando il fantastico, XXL trova una nuova frequenza propria. È enigmatico e sfuggente, certo, ma è un puzzle che vale la pena risolvere e il suo eclettismo è la sua stessa ricompensa.
Mi chiamo Elena, sono una studentessa dell’Università di Bologna da sempre appassionata di musica. Da quando mi sono trasferita ho iniziato a frequentare il Covo Club diventando quasi un membro onorario e ciò mi ha dato la possibilità di conoscere nuove band e approfondire il mio interesse verso quelle che ascolto da sempre. Principalmente interessata di indie/britpop, shoegaze/dreampop e cresciuta con gli Arctic Monkeys sono stata a numerosi concerti, dai “big names” come Kasabian, Libertines, Black Keys, Paolo Nutini, Florence + The Machine, The Wombats, Biffy Clyro, Pixies, Queens Of The Stone Age, passando per gli italiani Verdena, Giorgio Poi, Colombre, Dunk, Baustelle fino ai festival locali come “Beaches Brew” e “Handmade”.
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