Zu: il potere estatico del rumore
Da sempre tra le band più rispettate nel panorama nazionale ma soprattutto internazionale, gli Zu sono tornati con un nuovo capitolo della loro carriera.
Sinonimo di potenza, suono compatto e granitico, Massimo Pupillo, Jacopo Battaglia e Luca Mai ci hanno abituato ad una costante sperimentazione ed evoluzione di album in album. Dal jazz-core iniziale passando per suoni noise metallici di Carboniferous fino ad arrivare ai soundscape di Jhator.
A distanza di due anni da quest’ultimo lavoro, la formazione pubblica un nuovo album, Terminalia Amazonia, in uscita l’11 ottobre 2019, il secondo rilasciato per House of Mythology.
Questo lavoro è la conseguente evoluzione di Jhator, in cui l’ex trio (ora dal vivo si è aggiunto anche Stefano Pilia alle chitarre) indaga il lato più mistico della loro musica.
Quattro tracce ognuna da quasi venti minuti circa per un totale di settanta minuti di musica tra field recordings, voci sciamaniche e l’uso di vecchi synth analogici (EMS Synthi, Oxford Synthesizer Company Oscar, Roland System 100m, ARP2600 e Octave Plateau Voyetra 8) per raccontare i suoni naturali dell’Amazzonia.
Porta Arborea ci immerge nel polmone verde del nostro Pianeta. I suoi diciassette minuti sono una continua scoperta tra calma piatta e vivide pulsazioni, le modulazioni elettroniche risaltano i momenti in cui la vegetazione è in fermento e la foresta si fa pericolosa. I synth analogici creano flussi ipnotici ed estasianti, capaci di tenerci a mezz’aria (Memoria antica), un requiem riflessivo si sviluppa con l’avvento della voce sciamanica tanto da creare un’atmosfera cupa e mistica. Echi kraut e cosmici per Dimora Ancestrale in cui la presenza dei suoni sintetici convive coi field recordings. Un rito che ci mette in contatto con il lato più spirituale degli Zu ma soprattutto dell’Amazzonia, senza tralasciare la parte più acida. Con Futuro Remoto si conclude il viaggio, il lato più tribale e mistico sigilla la conclusione di un album sicuramente non dal facile ascolto.
Terminalia Amazonia, seppur diverso dai suoi predecessori, è un album che si lega con le altre produzioni degli Zu per l’intensità dei suoni. Ciò non implica per forza di cose musica pesante, bensì la ricerca di atmosfere permeate dall’oscurità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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