The Lost Demo: un tuffo nel passato
La storia di The Lost Demo, in uscita il 14 giugno 2024 per Subsound Records, è intuibile già dal titolo e rispecchia il destino di tante pubblicazioni maledette e non rintracciabili nel corso degli anni. Jacopo Battaglia, Luca T. Mai e Massimo Pupillo, che oggi sono tra i più stimati musicisti d’avanguardia nel panorama europeo, nel 1995 da perfetti sconosciuti si ritrovano a provare senza sosta in una saletta di Roma, dando vita ad un ibrido che, oltre ad anticipare i vari Igneo (2002) e Carboniferous (2009), metteva già in mostra i principali riferimenti dei futuri Zu: il post-hardcore degli eterni NoMeansNo, l’ideologia di stampo no wave e del jazz d’avanguardia, il rock sperimentale e il noise dei Chrome.
La cassetta passa di mano in mano e, come spesso accade, se ne perdono le tracce fino ad oggi. Il risultato sono appena cinque brani che sintetizzano bene la descrizione di quel preciso momento: un gruppo in evoluzione, ancora neofiti in una proposta che avrebbero rivoluzionato anni dopo con una maggiore consapevolezza dei propri mezzi.
La produzione lo-fi contribuisce a catapultare l’ascoltatore nella sala prove di Piazza degli Zingari, dove Battaglia, Mai e Pupillo affinano i rispettivi strumenti (batteria, sax e basso) tanto nella travolgente Villa Belmonte quanto nei pezzi in cui si intensificano sfuriate che anticipano l’amore per il noise degli Zu, come El Nino. Il basso urticante di Cane Maggiore sprizza hardcore da tutti i pori, mentre Shin Jin Rui mostra una struttura jazz; in chiusura, la lunga Film Nero, aperta su note di violoncello, sembra essere il brano che più di tutti sintetizza le influenze del gruppo, divenendo quasi una sorta di ponte con i dischi successivi.
The Lost Demo è un pezzo di storia ritrovata, la testimonianza degli albori di un progetto in continua crescita e mutazione. Un disco, per forza di cose, ancora acerbo e, in parte, derivativo, ma che assolve allo scopo di mettere le basi per qualcosa di più grande che da lì a poco sarebbe arrivato.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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