Zylva: la musica come forma di guarigione
Zylva fa il suo ingresso nell’industria musicale con Poems from the Dark, l’album di debutto pubblicato per Squama. La musica per l’artista tedesca è diventata un rifugio, un luogo sicuro nel quale sentirsi protetti e ritrovare il proprio benessere mentale.
Nel 2020, la produttrice, illustratrice e poetessa è arrivata a Berlino con il cuore spezzato, Poems from the Dark è stata la sua ancora di salvezza, un viaggio emotivo, profondamente personale a metà strada tra avant pop, lo-fi e R&B celestiale.
I testi ombrosi sono accompagnati da ritmiche sostenute e linee ipnotiche di synth che uniscono il vecchio e il nuovo, ossia il passato di Zylva come musicista classica con il presente fatto di laptop ed elettronica.
Brani come Eyelash e Save You fanno breccia al primo ascolto: mentre Eyelash si sofferma su toni morbidi e sognanti, con le melodie dei synth che reggono la delicata voce della nostra, Save You si presenta come la sua nemesi. La terza traccia mischia r’n’b con ritmiche da club, un battito pulsante accompagna la voce effettata come se Zylva si fosse seduta ad un tavolo a bere un drink con Bon Iver e Kelela, giocando a parti invertite.
Sulla scia di Save You, Butterflies vive di contrasti, da un lato le melodie avvolgenti, dall’altro la drum machine scoppiettante tenuti insieme attraverso il cantato utilizzato come uno strumento aggiuntivo con il quale la nostra esplora la pluralità della voce.
Midsummernight riprende il passato classico di Zylva portandolo ad un livello successivo. Il pianoforte accompagna la voce rassicurante usata come punteggiatura in quello che si rivela un brano minimalista adattatosi ad un futuro elettronico.
Un lavoro versatile Poems from the Dark che si presenta come una risposta ai tempi difficili, l’album è caratterizzato da un songwriting tanto incisivo quanto illuminante attraverso il quale Zylva si libera delle sue paure per trovare la salvezza in sé stessa.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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